Quando scrivo una citazione non vuol dire che ho letto il libro, in genere quelle che conosco le ho lette nella seconda di copertina dei vecchi Tex
lunedì 4 gennaio 2016
giovedì 26 novembre 2015
344 - TERRORISMO
Ho appena visto il riesumato Fini in un programma tv chiedere di assumere più forze dell'ordine in Italia.
Dovrebbe sapere che siamo già quelli che ne hanno di più, al limite basterebbe farli lavorare, invece in Italia tanta gente percepisce soldi ma non lavora, per dirne uno: Gianfranco Fini.
Ma soprattutto se i terroristi seminano il terrore e noi rispondiamo con più gendarmi che ci perquisiscono anche il pertugio anale, alla fine il risultato è che il cittadino innocente si trova un gendarme 24 h che gli può rovistare persino nel collettore di scarico, subendo così più limitazioni nella sua vita dal gendarme che dal terrorista.
I dati:
http://scialoja.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/03/23/in-italia-forze-dellordine-con-organici-piu-numerosi-degli-altri-paesi-europei/
Dovrebbe sapere che siamo già quelli che ne hanno di più, al limite basterebbe farli lavorare, invece in Italia tanta gente percepisce soldi ma non lavora, per dirne uno: Gianfranco Fini.
Ma soprattutto se i terroristi seminano il terrore e noi rispondiamo con più gendarmi che ci perquisiscono anche il pertugio anale, alla fine il risultato è che il cittadino innocente si trova un gendarme 24 h che gli può rovistare persino nel collettore di scarico, subendo così più limitazioni nella sua vita dal gendarme che dal terrorista.
I dati:
http://scialoja.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/03/23/in-italia-forze-dellordine-con-organici-piu-numerosi-degli-altri-paesi-europei/
martedì 17 novembre 2015
lunedì 16 novembre 2015
342 - SOCIAL MENTE
i terroristi sparano
i poliziotti si attardano
gli innocenti muoiono
gli occidentali generalizzano
i politici approfittano
gli utenti dei social citano la Fallaci
diventano strateghi politici
spuntano bandiere francesi nei profili
già in vendita le magliette
preghiere per Parigi a 15 euro,
( muore anche Moira Orfei,
ma lei non va bene, troppa cofana e teneva in cattività gli animali)
Nel frattempo Rossi viene dimenticato, scordato anche Marquez.
Affranti ora guardiamo tutti i risultati del campionato di calcio.
Qualche disperato scrive: E i marò?
Intanto
per un altro giorno ci hanno fregato
hanno avuto la nostra attenzione
abbiamo seguito le pubblicità tra un morto e un dibattito
abbiamo dato credito ai personaggi della recita
confusi e illusi di contare qualcosa
nella realtà
stiamo solo fornendo volontariamente
tutti i nostri dati
per farci schedare sempre di più
facendoci pure rubare
il nostro tempo.
i poliziotti si attardano
gli innocenti muoiono
gli occidentali generalizzano
i politici approfittano
gli utenti dei social citano la Fallaci
diventano strateghi politici
spuntano bandiere francesi nei profili
già in vendita le magliette
preghiere per Parigi a 15 euro,
( muore anche Moira Orfei,
ma lei non va bene, troppa cofana e teneva in cattività gli animali)
Nel frattempo Rossi viene dimenticato, scordato anche Marquez.
Affranti ora guardiamo tutti i risultati del campionato di calcio.
Qualche disperato scrive: E i marò?
Intanto
per un altro giorno ci hanno fregato
hanno avuto la nostra attenzione
abbiamo seguito le pubblicità tra un morto e un dibattito
abbiamo dato credito ai personaggi della recita
confusi e illusi di contare qualcosa
nella realtà
stiamo solo fornendo volontariamente
tutti i nostri dati
per farci schedare sempre di più
facendoci pure rubare
il nostro tempo.
lunedì 9 novembre 2015
341 - I LECCHINI E IL REDDITO MINIMO GARANTITO
Noto infiniti pezzi di merda con il lavoro fisso tramite raccomandazioni affermare che il reddito minimo garantito è un aiuto ai fannulloni , evidentemente non sanno cosa vuol dire trovarsi per strada senza nessuno, senza soldi e senza lavoro.
Non capiscono nemmeno cosa vuol dire vivere di stenti con un reddito minimo o una pensione minima.
Non capiscono una sega, perché se capissero qualcosa se la prenderebbero con coloro ai quali leccano il culo per avere i privilegi di cui godono; si lamenterebbero per i miliardi che spariscono per le grandi e piccole opere, esempio la Tav ci costa 100 miliardi d'euro, fino a 6 volte più che nelle altre nazioni, o gli F35, o il Mose, o il ricchissimo Vaticano a nostro carico, ecc ecc.
Anche senza questo basterebbe pensare che in quasi tutte le altre nazioni europee c'è un sussidio minimo, e che se non glielo dai devi darglielo ugualmente, tramite i centri d'assistenza comunali o le sovvenzioni ad associazioni tipo la Caritas, altrimenti i disperati muoiono.
Ogni tanto qualche disoccupato senza nessuno muore di freddo, di fame, di disperazione, non fa neanche più notizia, tranne un piccolo articolo sul giornale locale e le vecchine della parrocchia che fanno una colletta per pagargli il funerale, poi nessuno se lo ricorderà più.
Così toglie il disturbo; i lecchini potranno tornare in santa pace a leccare la mano di chi li schiavizza per avere in cambio delle briciole di benessere, altresì potranno come bravi cani da guardia del sistema ringhiare contro chi vuole un sistema democratico con diritti per tutti, senza servi e servitori.
N.B. il reddito minimo garantito nelle altre nazioni:
http://www.globalproject.info/public/resources/pdf/mappa_europea_reddito.pdf
Non capiscono nemmeno cosa vuol dire vivere di stenti con un reddito minimo o una pensione minima.
Non capiscono una sega, perché se capissero qualcosa se la prenderebbero con coloro ai quali leccano il culo per avere i privilegi di cui godono; si lamenterebbero per i miliardi che spariscono per le grandi e piccole opere, esempio la Tav ci costa 100 miliardi d'euro, fino a 6 volte più che nelle altre nazioni, o gli F35, o il Mose, o il ricchissimo Vaticano a nostro carico, ecc ecc.
Anche senza questo basterebbe pensare che in quasi tutte le altre nazioni europee c'è un sussidio minimo, e che se non glielo dai devi darglielo ugualmente, tramite i centri d'assistenza comunali o le sovvenzioni ad associazioni tipo la Caritas, altrimenti i disperati muoiono.
Ogni tanto qualche disoccupato senza nessuno muore di freddo, di fame, di disperazione, non fa neanche più notizia, tranne un piccolo articolo sul giornale locale e le vecchine della parrocchia che fanno una colletta per pagargli il funerale, poi nessuno se lo ricorderà più.
Così toglie il disturbo; i lecchini potranno tornare in santa pace a leccare la mano di chi li schiavizza per avere in cambio delle briciole di benessere, altresì potranno come bravi cani da guardia del sistema ringhiare contro chi vuole un sistema democratico con diritti per tutti, senza servi e servitori.
N.B. il reddito minimo garantito nelle altre nazioni:
http://www.globalproject.info/public/resources/pdf/mappa_europea_reddito.pdf
venerdì 6 novembre 2015
340 - Merdosità da social
Il top delle merdosità umana su Facebook sono quelli che ti chiedono l'amicizia, tu ricambi, e fanno così con tutti finché arrivano a un certo numero di persone, poi trasformano il profilo in pagina e cominciano a spammare i loro prodotti, facendo i fighi dimostrando che tanta gente li segue.
Fate come me, togliete il mi piace alla loro pagina.
Su Twitter c'è la variante di chi ti segue, tu ricambi, quando hanno raggiunto un numero soddisfacente di seguaci smettono di seguire per atteggiarsi a twwetstar.
Pure in questo caso con certi programmi anche gratuiti (ManageFlitter, JustUnfollow, ecc) potete periodicamente individuare chi non vi segue più e contraccambiare, così imparano a fare gli stronzi.
Fate come me, togliete il mi piace alla loro pagina.
Su Twitter c'è la variante di chi ti segue, tu ricambi, quando hanno raggiunto un numero soddisfacente di seguaci smettono di seguire per atteggiarsi a twwetstar.
Pure in questo caso con certi programmi anche gratuiti (ManageFlitter, JustUnfollow, ecc) potete periodicamente individuare chi non vi segue più e contraccambiare, così imparano a fare gli stronzi.
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immagine di Pawel Kuczynski |
sabato 17 ottobre 2015
338 - Il limite ai contanti e l'evasione fiscale
Non sono d'accordo con chi vuole mantenere il limite nei contanti di mille euro, altrimenti togliendolo e portandolo a tremila euro dicono che aumenta l'economia in nero.
In realtà succede il contrario, se uno per ipotesi vende un oggetto o una prestazione per 2mila euro e lo pagano in contanti fatturerà mille euro, il resto sarà in nero, lo dimostra il fatto che il limite era a 12.500 euro per i contanti ma da quando è stato portato a mille euro non è diminuita l'evasione, anzi siamo al primo posto in Europa e al terzo posto al mondo (dopo Turchia e Messico) come evasione fiscale. Nonché il limite nei contanti limita il flusso del denaro nel commercio e nel turismo.
Porta soldi solo alle banche costringendo la gente comune a usare il denaro elettronico (e abbiamo le banche più care d'Europa (http://quifinanza.it/soldi/conti-correnti-bonifici-banche-europa/919/).
Perciò è una stupidata paracula e dannosa fatta per fingere di combattere l'evasione.
Se vogliono combattere l'evasione che comincino con i 100 miliardi di euro che spendono per la tav che viene a costare al km fino a 6 volte più che nelle altre nazioni, sono minimo 80 miliardi di euro fregati ai cittadini. Poi possono continuare con tutte le grandi e piccole opere, con i grandi e piccoli sprechi, cercando i soldi spariti tra i politici e i loro sodali. Poi guardare agli imprenditori che spostano le sedi nei paradisi fiscali evadendo alla grande. Per passare al Vaticano che non paga tasse su gran parte delle attività commerciali che gestisce in Italia.
Per poi scendere per ultime alle evasioni quotidiane, mettendo leggi chiare e semplici da rispettare, eliminando assurdità per cui per una confezione di caramelle da 50 centesimi bisogna fare lo scontrino mentre per gli affitti di terreni valgono ancora i contratti verbali di durata poliennale come nel medioevo, o le agenzie immobiliari non rilasciano ricevute per gli affitti di appartamenti sotto i 30 giorni, o i circoli privati con attività commerciali denunciano quello che vogliono, e così via.
In realtà succede il contrario, se uno per ipotesi vende un oggetto o una prestazione per 2mila euro e lo pagano in contanti fatturerà mille euro, il resto sarà in nero, lo dimostra il fatto che il limite era a 12.500 euro per i contanti ma da quando è stato portato a mille euro non è diminuita l'evasione, anzi siamo al primo posto in Europa e al terzo posto al mondo (dopo Turchia e Messico) come evasione fiscale. Nonché il limite nei contanti limita il flusso del denaro nel commercio e nel turismo.
Porta soldi solo alle banche costringendo la gente comune a usare il denaro elettronico (e abbiamo le banche più care d'Europa (http://quifinanza.it/soldi/conti-correnti-bonifici-banche-europa/919/).
Perciò è una stupidata paracula e dannosa fatta per fingere di combattere l'evasione.
Se vogliono combattere l'evasione che comincino con i 100 miliardi di euro che spendono per la tav che viene a costare al km fino a 6 volte più che nelle altre nazioni, sono minimo 80 miliardi di euro fregati ai cittadini. Poi possono continuare con tutte le grandi e piccole opere, con i grandi e piccoli sprechi, cercando i soldi spariti tra i politici e i loro sodali. Poi guardare agli imprenditori che spostano le sedi nei paradisi fiscali evadendo alla grande. Per passare al Vaticano che non paga tasse su gran parte delle attività commerciali che gestisce in Italia.
Per poi scendere per ultime alle evasioni quotidiane, mettendo leggi chiare e semplici da rispettare, eliminando assurdità per cui per una confezione di caramelle da 50 centesimi bisogna fare lo scontrino mentre per gli affitti di terreni valgono ancora i contratti verbali di durata poliennale come nel medioevo, o le agenzie immobiliari non rilasciano ricevute per gli affitti di appartamenti sotto i 30 giorni, o i circoli privati con attività commerciali denunciano quello che vogliono, e così via.
giovedì 15 ottobre 2015
sabato 3 ottobre 2015
336 - APOLOGIA DELLA PAROLA: FIGA
Ma quanto è bella la parola FIGA!?
Breve, prorompente, di buon augurio, fa simpatia, accende la fantasia, mette subito di ottimo umore.
Per contro quanto è brutta la parola vagina!?
Sembra un freddo contenitore, una parente sottosviluppata e disgraziata della valigia.
Poi ci sono le persone peggiori, quelle che s'imbarazzano a dire la splendida parola FIGA, allora la chiamano patata o ancor peggio patatina, non c'è niente di più degradante, così puzza d'ipocrisia, di ridicolo falso perbenismo, e anche come parola stessa suona dispregiativa (viene usata sempre con accezione negativa chiamando sacco di patate qualcuno considerato un peso morto oppure se è fatto male, o lo si chiama patatone, o il patata), oltre a banalizzarla, ridicolizzarla, il suono stesso pa-ta-ta, non accende la fantasia ma anzi la deprime, ci si immagina una patata in mezzo alle gambe, viene da riderle in faccia.
L'assurdo è che normalmente dicono di una persona o cosa "quanto è figa" o di una donna avvenente che è una "gran figa", o una "figona", ma poi si vergognano a chiamarla col suo nome.
Avere tra le gambe la cosa più bella del mondo, la fonte della gioia e della vita, deve essere un motivo di orgoglio quindi va assolutamente chiamata con la parola più bella che esista: FIGA.
Breve, prorompente, di buon augurio, fa simpatia, accende la fantasia, mette subito di ottimo umore.
Per contro quanto è brutta la parola vagina!?
Sembra un freddo contenitore, una parente sottosviluppata e disgraziata della valigia.
Poi ci sono le persone peggiori, quelle che s'imbarazzano a dire la splendida parola FIGA, allora la chiamano patata o ancor peggio patatina, non c'è niente di più degradante, così puzza d'ipocrisia, di ridicolo falso perbenismo, e anche come parola stessa suona dispregiativa (viene usata sempre con accezione negativa chiamando sacco di patate qualcuno considerato un peso morto oppure se è fatto male, o lo si chiama patatone, o il patata), oltre a banalizzarla, ridicolizzarla, il suono stesso pa-ta-ta, non accende la fantasia ma anzi la deprime, ci si immagina una patata in mezzo alle gambe, viene da riderle in faccia.
L'assurdo è che normalmente dicono di una persona o cosa "quanto è figa" o di una donna avvenente che è una "gran figa", o una "figona", ma poi si vergognano a chiamarla col suo nome.
Avere tra le gambe la cosa più bella del mondo, la fonte della gioia e della vita, deve essere un motivo di orgoglio quindi va assolutamente chiamata con la parola più bella che esista: FIGA.
martedì 29 settembre 2015
335 - DUBBI
Nel caso abbiate dubbi ricordatevi sempre che io non so un cazzo, e me ne vanto.
(e metto pure la congiunzione e dopo la virgola, e fanculo)
(e metto pure la congiunzione e dopo la virgola, e fanculo)
domenica 27 settembre 2015
334 - VANTI
A me quelli che s'ingozzano d'alcolici e si vantano fanno pietà, capisco di più un tossico.
venerdì 25 settembre 2015
333 - PENNE
Hanno una loro personalità anche le penne a sfera, con certe riesco agevolmente, scorrevolmente a scrivere i miei pensieri, mentre con altre fatico a farlo, si bloccano nel foglio come aratri senza traino, mi fermano lo scorrere fluido dei pensieri.
332 - PERFEZIONE
Mi piacciono i culi femminili fatti bene,
sono l'unica prova dell'esistenza
di un qualcosa di superiore.
Vorrei abbracciarli
baciarli
viverci
morirci
come su un'isola,
lontana dalle brutture,
lontana dai fastidi,
lontana dalle bollette,
lontana dai soldi,
paradossalmente lontana da ogni merda
dell'umana esistenza.
Ed è solo un culo,
ma è un culo perfetto.
sono l'unica prova dell'esistenza
di un qualcosa di superiore.
Vorrei abbracciarli
baciarli
viverci
morirci
come su un'isola,
lontana dalle brutture,
lontana dai fastidi,
lontana dalle bollette,
lontana dai soldi,
paradossalmente lontana da ogni merda
dell'umana esistenza.
Ed è solo un culo,
ma è un culo perfetto.
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immagine di Bansky |
martedì 22 settembre 2015
331 - COERENZA
In una mia maniera ho provato a essere sempre coerente, col risultato di essere un emarginato fuori gioco nella società; mi ritrovo avanzato in età avanzata e senza alcuna prospettiva.
Mentre vedo gli altri che si adeguano paraculamente e stanno bene.
Poi magari nei week end tirano fuori l'Harley e sfoggiano i tatuaggi, così per l'immaginario collettivo sembrano più rivoltosi di me, per cui si trombano pure le tipe alternative.
Mentre vedo gli altri che si adeguano paraculamente e stanno bene.
Poi magari nei week end tirano fuori l'Harley e sfoggiano i tatuaggi, così per l'immaginario collettivo sembrano più rivoltosi di me, per cui si trombano pure le tipe alternative.
sabato 19 settembre 2015
330 - Mentalità italiana tipica
Se penso a un esempio della tipica mentalità italiana mi sovviene una che conoscevo, se le dicevi a esempio che c'era un'offerta della vodafone che aveva anche lei come operatore non chiamava il 190 e la attivava, no, doveva chiamare la fidanzata dell'amico di un suo cugino di terzo grado che lavorava alla vodafone, così le faceva un trattamento di favore; alla fine del giro dopo giorni e giorni le facevano la stesse identiche condizioni mie, ma era più contenta così.
Su tutto si comportava in questa maniera, doveva sempre andare in cerca di vie traverse tramite conoscenze per avere trattamenti di favore.
Su tutto si comportava in questa maniera, doveva sempre andare in cerca di vie traverse tramite conoscenze per avere trattamenti di favore.
venerdì 18 settembre 2015
329 - LO SPETTACOLO PIÚ GRANDE
Il più gran spettacolo dell'universo non sono le supernove,
il più gran spettacolo di questo pianeta non sono le aurore polari,
il più gran spettacolo che esista
su questo pianeta e in tutto l'universo
sono le teste di cazzo.
Ti sorprenderanno sempre
con la loro illimitata e sempre nuova stupidità
con la loro capacità di adattamento e sopravvivenza
con la loro perseveranza e onnipresenza.
Le teste di cazzo
c'erano agli albori dell'umanità
ci sono oggigiorno
e ci saranno in ogni futuro possibile.
il più gran spettacolo di questo pianeta non sono le aurore polari,
il più gran spettacolo che esista
su questo pianeta e in tutto l'universo
sono le teste di cazzo.
Ti sorprenderanno sempre
con la loro illimitata e sempre nuova stupidità
con la loro capacità di adattamento e sopravvivenza
con la loro perseveranza e onnipresenza.
Le teste di cazzo
c'erano agli albori dell'umanità
ci sono oggigiorno
e ci saranno in ogni futuro possibile.
giovedì 17 settembre 2015
328 - Vite moderne
Le condizioni di schiavitù con indotti sfoghi consumistici le chiamiamo vite moderne.
lunedì 24 agosto 2015
327 - SINTONIE
Cerco di mantenere un atteggiamento democratico ma in realtà mi fa schifo persino parlarci con chi non la pensa come me, anche perché so già che non cambi le idee delle persone, è tempo sprecato.
Anche chi ti è simile poi su determinati argomenti la pensa in maniera differente, o ha gusti tanto diversi dai miei, per cui non mi trovo in sintonia.
Vorrei formare un gruppo solo con chi la pensa esattamente come me, per confrontarci e crescere lungo un percorso comune; su facebook sarà facile farlo, basta solo che mi crei dei falsi profili.
Anche chi ti è simile poi su determinati argomenti la pensa in maniera differente, o ha gusti tanto diversi dai miei, per cui non mi trovo in sintonia.
Vorrei formare un gruppo solo con chi la pensa esattamente come me, per confrontarci e crescere lungo un percorso comune; su facebook sarà facile farlo, basta solo che mi crei dei falsi profili.
domenica 23 agosto 2015
326 - Sacco e Vanzetti, il discorso di Vanzetti
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Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti |
Il 23 agosto 1927 negli Stati Uniti venivano giustiziati sulla sedia elettrica Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, accusati di omicidio, ma condannati perché italiani e anarchici.
Prima che la sentenza fosse ufficialmente emessa, i due imputati ricevettero l'invito a pronunciare la rituale dichiarazione. Sacco parlò brevemente, a causa della sua scarsa padronanza della lingua inglese. Vanzetti, invece, pronunciò una appassionata arringa e mise sotto accusa i suoi persecutori.
«Bartolomeo Vanzetti, avete qualcosa da dire perché la sentenza di morte non sia pronunciata contro di voi?».
Sí. Quel che ho da dire è che sono innocente, non soltanto del delitto di Braintree, ma anche di quello di Bridgewater. Che non soltanto sono innocente di questi due delitti, ma che in tutta la mia vita non ho mai rubato né ucciso né versato una goccia di sangue. Questo è ciò che voglio dire.
E non è tutto. Non soltanto sono innocente di questi due delitti, non soltanto in tutta la mia vita non ho rubato né ucciso né versato una goccia di sangue, ma ho combattuto anzi tutta la vita, da quando ho avuto l'età della ragione, per eliminare il delitto dalla terra.
Queste due braccia sanno molto bene che non avevo bisogno di andare in mezzo alla strada a uccidere un uomo, per avere del denaro. Sono in grado di vivere, con le mie due braccia, e di vivere bene. Anzi, potrei vivere anche senza lavorare, senza mettere il mio braccio al servizio degli altri.
Ho avuto molte possibilità di rendermi indipendente e di vivere una vita che di solito si pensa sia migliore che non guadagnarsi il pane col sudore della fronte.
Mio padre in Italia è in buone condizioni economiche. Potevo tornare in Italia ed egli mi avrebbe sempre accolto con gioia, a braccia aperte. Anche se fossi tornato senza un centesimo in tasca, mio padre avrebbe potuto occuparmi nella sua proprietà, non a faticare ma a commerciare, o a sovraintendere alla terra che possiede. Egli mi ha scritto molte lettere in questo senso, ed altre me ne hanno scritte i parenti, lettere che sono in grado di produrre.
Certo, potrebbe essere una vanteria. Mio padre e i miei parenti potrebbero vantarsi e dire cose che possono anche non essere credute. Si può anche pensare che essi sono poveri in canna, quando io affermo che avevano i mezzi per darmi una posizione qualora mi fossi deciso a fermarmi, a farmi una famiglia, a cominciare una esistenza tranquilla. Certo. Ma c'è gente che in questo stesso tribunale poteva testimoniare che ciò che io ho detto e ciò che mio padre e i miei parenti mi hanno scritto non è una menzogna, che realmente essi hanno la possibilità di darmi una posizione quando io lo desideri.
Vorrei giungere perciò ad un'altra conclusione, ed è questa: non soltanto non è stata provata la mia partecipazione alla rapina di Bridgewater, non soltanto non è stata provata la mia partecipazione alla rapina ed agli omicidi di Braintree né è stato provato che io abbia mai rubato né ucciso né versato una goccia di sangue in tutta la mia vita; non soltanto ho lottato strenuamente contro ogni delitto, ma ho rifiutato io stesso i beni e le glorie della vita, i vantaggi di una buona posizione, perché considero ingiusto lo sfruttamento dell'uomo. Ho rifiutato di mettermi negli affari perché comprendo che essi sono una speculazione ai danni degli altri: non credo che questo sia giusto e perciò mi rifiuto di farlo.
Vorrei dire, dunque, che non soltanto sono innocente di tutte le accuse che mi sono state mosse, non soltanto non ho mai commesso un delitto nella mia vita — degli errori forse, ma non dei delitti — non soltanto ho combattuto tutta la vita per eliminare i delitti, i crimini che la legge ufficiale e la morale ufficiale condannano, ma anche il delitto che la morale ufficiale e la legge ufficiale ammettono e santificano: lo sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo. E se c'è una ragione per cui io sono qui imputato, se c'è una ragione per cui potete condannarmi in pochi minuti, ebbene, la ragione è questa e nessun'altra.
Chiedo scusa. I giornali hanno riferito le parole di un galantuomo, il migliore che i miei occhi abbiano visto da quando sono nato: un uomo la cui memoria durerà e si estenderà, sempre. più vicina e più cara al popolo, nel cuore stesso del popolo, almeno fino a quando durerà l'ammirazione per la bontà e per lo spirito di sacrificio. Parlo di Eugenio Debs. Nemmeno un cane — egli ha detto — nemmeno un cane che ammazza i polli avrebbe trovato una giuria americana disposta a condannarlo sulla base delle prove che sono state prodotte contro di noi. Quell'uomo non era con me a Plymouth né con Sacco a Boston, il giorno del delitto. Voi potete sostenere che è arbitrario ciò che noi stiamo affermando, che egli era onesto e riversava sugli altri la sua onestà, che egli era incapace di fare il male e riteneva ogni uomo incapace di fare il male.
Certo, può essere verosimile ma non lo è, poteva essere verosimile ma non lo era: quell'uomo aveva una effettiva esperienza di tribunali, di carceri e di giurie. Proprio perché rivendicava al mondo un po' di progresso, egli fu perseguitato e diffamato dall'infanzia alla vecchiaia, e in effetti è morto non lontano dal carcere.
Egli sapeva che siamo innocenti, come lo sanno tutti gli uomini di coscienza, non soltanto in questo ma in tutti i paesi del mondo: gli uomini che hanno messo a nostra disposizione una notevole somma di denaro a tempo di record sono tuttora al nostro fianco, il fiore degli uomini d'Europa, i migliori scrittori, i più grandi pensatori d'Europa hanno manifestato in nostro favore. I popoli delle nazioni straniere hanno manifestato in nostro favore.
È possibile che soltanto alcuni membri della giuria, soltanto due o tre uomini che condannerebbero la loro madre, se facesse comodo ai loro egoistici interessi o alla fortuna del loro mondo; è possibile che abbiano il diritto di emettere una condanna che il mondo, tutto il mondo, giudica una ingiustizia, una condanna che io so essere una ingiustizia? Se c'è qualcuno che può sapere se essa è giusta o ingiusta, siamo io e Nicola Sacco. Lei ci vede, giudice Thayer: sono sette anni che siamo chiusi in carcere. Ciò che abbiamo sofferto, in questi sette anni, nessuna lingua umana può dirlo, eppure — lei lo vede — davanti a lei non tremo — lei lo vede — la guardo dritto negli occhi, non arrossisco, non cambio colore, non mi vergogno e non ho paura.
Eugenio Debs diceva che nemmeno un cane — qualcosa di paragonabile a noi — nemmeno un cane che ammazza i polli poteva essere giudicato colpevole da una giuria americana con le prove che sono state prodotte contro di noi. Io dico che nemmeno a un cane rognoso la Corte Suprema del Massachusetts avrebbe respinto due volte l'appello — nemmeno a un cane rognoso.
Si è concesso un nuovo processo a Madeiros perché il giudice o aveva dimenticato o aveva omesso di ricordare alla giuria che l'imputato deve essere considerato innocente fino al momento in cui la sua colpevolezza non è provata in tribunale, o qualcosa del genere. Eppure, quell'uomo ha confessato. Quell'uomo era processato e ha confessato, ma la Corte gli concede un altro processo.
Noi abbiamo dimostrato che non poteva esistere un altro giudice sulla faccia della terra più ingiusto e crudele di quanto lei, giudice Thayer, sia stato con noi. Lo abbiamo dimostrato. Eppure ci si rifiuta ancora un nuovo processo. Noi sappiamo che lei nel profondo del suo cuore riconosce di esserci stato contro fin dall'inizio, prima ancora di vederci. Prima ancora di vederci lei sapeva che eravamo dei radicali, dei cani rognosi. Sappiamo che lei si è rivelato ostile e ha parlato di noi esprimendo il suo disprezzo con tutti i suoi amici, in treno, al Club dell'Università di Boston, al Club del Golf di Worcester, nel Massachusetts. Sono sicuro che se coloro che sanno tutto ciò che lei ha detto contro di noi avessero il coraggio civile di venire a testimoniare, forse Vostro Onore — e mi dispiace dirlo perché lei è un vecchio e anche mio padre è un vecchio come lei — forse Vostro Onore siederebbe accanto a noi, e questa volta con piena giustizia.
Quando ha emesso la sentenza contro di me al processo di Plymouth, lei ha detto — per quanto mi è dato ricordare in buona fede — che i delitti sono in accordo con le mie convinzioni — o qualcosa del genere — ma ha tolto un capo d'imputazione, se ricordo esattamente, alla giuria. La giuria era cosí prevenuta contro di me che mi avrebbe giudicato colpevole di tutte e due le imputazioni, per il solo fatto che erano soltanto due. Ma mi avrebbe giudicato colpevole di una dozzina di capi d'accusa anche contro le istruzioni di Vostro Onore. Naturalmente, io ricordo che lei disse che non c'era alcuna ragione di ritenere che io avessi avuto l'intenzione di uccidere qualcuno, anche se ero un bandito, facendo cadere cosi l'imputazione di tentato omicidio. Bene, sarei stato giudicato colpevole anche di questo? Se sono onesto debbo riconoscere che fu lei a togliere di mezzo quell'accusa, giudicandomi soltanto per tentato furto con armi, o qualcosa di simile. Ma lei, giudice Thayer, mi ha dato per quel tentato furto una pena maggiore di quella comminata a tutti i 448 carcerati di Charlestown che hanno attentato alla proprietà, che hanno rubato; eppure nessuno di loro aveva una sentenza di solo tentato furto come quella che lei mi aveva dato.
Se fosse possibile formare una commissione che si recasse sul posto, si potrebbe controllare se è vero o no. A Charlestown ci sono ladri di professione che sono stati in metà delle galere degli Stati Uniti, gente che ha rubato o che ha ferito un uomo sparandogli. E solo per caso costui si è salvato, non è morto. Bene, la maggior parte di costoro, colpevoli senza discussione, per autoconfessione o per chiamata di correo dei complici, ha ottenuto da 8 a 10, da 8 a 12, da 10 a 15. Nessuno di loro è stato condannato da 12 a 15 anni come lo sono stato io da lei, per tentato furto. E per di più lei sapeva che non ero colpevole. Lei sa che la mia vita, la mia vita pubblica e privata in Plymouth, dove ho vissuto a lungo, era cosí esemplare che uno dei più grandi timori del pubblico ministero Katzmann era proprio questo che giungessero in tribunale le prove della nostra vita e della nostra condotta. Egli le ha tenute fuori con tutte le sue forze, e c'è riuscito.
Lei sa che se al primo processo, a Plymouth, avessi avuto a difendermi l'avvocato Thompson, la giuria non mi avrebbe giudicato colpevole. Il mio primo avvocato era un complice di mister Katzmann, e lo è ancora. Il mio primo avvocato difensore, mister Vahey, non mi ha difeso: mi ha venduto per trenta monete d'oro come Giuda vendette Gesú Cristo. Se quell'uomo non è arrivato a dire a lei o a mister Katzmann che mi sapeva colpevole, ciò è avvenuto soltanto perché sapeva che ero innocente. Quell'uomo ha fatto tutto ciò che indirettamente poteva danneggiarmi. Ha fatto alla giuria un lungo discorso intorno a ciò che non aveva alcuna importanza, e sui nodi essenziali del processo è passato sopra con poche parole o in assoluto silenzio. Tutto questo era premeditato, per dare alla giuria la sensazione che il mio difensore non aveva niente di valido da dire, non aveva niente di valido da addurre a mia difesa, e perciò si aggirava nelle parole di vacui discorsi che non significavano nulla e lasciava passare i punti essenziali o in silenzio o con una assai debole resistenza.
Siamo stati processati in un periodo che è già passato alla storia. Intendo, con questo, un tempo dominato dall'isterismo, dal risentimento e dall'odio contro il popolo delle nostre origini, contro gli stranieri, contro i radicali, e mi sembra — anzi, sono sicuro — che tanto lei che mister Katzmann abbiate fatto tutto ciò che era in vostro potere per eccitare le passioni dei giurati, i pregiudizi dei giurati contro di noi.
Io ricordo che mister Katzmann ha presentato un teste d'accusa, un certo Ricci. Io ho ascoltato quel testimone. Sembrava che non avesse niente da dire. Sembrava sciocco produrre un testimone che non aveva niente da dire. Sembrava sciocco, se era stato chiamato solo per dire alla giuria che era il capo di quell'operaio che era presente sul luogo del delitto e che chiedeva di testimoniare a nostro favore, sostenendo che noi non eravamo tra i banditi. Quell'uomo, il testimone Ricci, ha dichiarato di aver trattenuto l'operaio al lavoro, invece di mandarlo a vedere che cosa era accaduto, dando cosí l'impressione che l'altro non avesse potuto vedere ciò che accadeva nella strada. Ma questo non era molto importante. Davvero importante è che quell'uomo ha sostenuto che era falsa la testimonianza del ragazzo che riforniva d'acqua la sua squadra d'operai. Il ragazzo aveva dichiarato d'aver preso un secchio e di essersi recato ad una certa fontana ad attingere acqua per la squadra.
Non era vero — ha sostenuto il testimone Ricci — e perciò il ragazzo non poteva aver visto i banditi e non era in grado quindi di provare che né io né Sacco fossimo tra gli assassini. Secondo lui, non poteva essere vero che il ragazzo fosse andato a quella fontana perché si sapeva che i tedeschi ne avevano avvelenato l'acqua. Ora, nella cronaca del mondo di quel tempo non è mai stato riferito un episodio del genere. Niente di simile è avvenuto in America: abbiamo letto di numerose atrocità compiute in Europa dai tedeschi durante la guerra, ma nessuno può provare né sostenere che i tedeschi erano tanto feroci da avvelenare una fontana in questa regione, durante la guerra.
Tutto questo sembrerebbe non aver nulla a che fare con noi, direttamente. Sembra essere un elemento casuale capitato tra gli altri che rappresentano invece la sostanza del caso. Ma la giuria ci aveva odiati fin dal primo momento perché eravamo contro la guerra. La giuria non si rendeva conto che c'è della differenza tra un uomo che è contro la guerra perché ritiene che la guerra sia ingiusta, perché non odia alcun popolo, perché è un cosmopolita, e un uomo invece che è contro la guerra perché è in favore dei nemici, e che perciò si comporta da spia, e commette dei reati nel paese in cui vive allo scopo di favorire i paesi nemici. Noi non siamo uomini di questo genere. Katzmann lo sa molto bene. Katzmann sa che siamo contro la guerra perché non crediamo negli scopi per cui si proclama che la guerra va fatta. Noi crediamo che la guerra sia ingiusta e ne siamo sempre più convinti dopo dieci anni che scontiamo — giorno per giorno — le conseguenze e i risultati dell'ultimo conflitto. Noi siamo più convinti di prima che la guerra sia ingiusta, e siamo contro di essa ancor più di prima. Io sarei contento di essere condannato al patibolo, se potessi dire all'umanità: «State in guardia. Tutto ciò che vi hanno detto, tutto ciò che vi hanno promesso era una menzogna, era un'illusione, era un inganno, era una frode, era un delitto. Vi hanno promesso la libertà. Dov'è la libertà?
Vi hanno promesso la prosperità. Dov'è la prosperità? Dal giorno in cui sono entrato a Charlestown, sfortunatamente la popolazione del carcere è raddoppiata di numero. Dov'è l'elevazione morale che la guerra avrebbe dato al mondo? Dov'è il progresso spirituale che avremmo raggiunto in seguito alla guerra? Dov'è la sicurezza di vita, la sicurezza delle cose che possediamo per le nostre necessità? Dov'è il rispetto per la vita umana? Dove sono il rispetto e l'ammirazione per la dignità e la bontà della natura umana? Mai come oggi, prima della guerra, si sono avuti tanti delitti, tanta corruzione, tanta degenerazione.
Se ricordo bene, durante il processo, Katzmann ha affermato davanti alla giuria che un certo Coacci ha portato in Italia il denaro che, secondo la teoria della pubblica accusa, io e Sacco avremmo rubato a Braintree. Non abbiamo mai rubato quel denaro. Ma Katzmann, quando ha fatto questa affermazione davanti alla giuria, sapeva bene che non era vero. Sappiamo già che quell'uomo è stato deportato in Italia, dopo il nostro arresto, dalla polizia federale. Io ricordo bene che il poliziotto federale che lo accompagnava aveva preso i suoi bauli, prima della traduzione, e li aveva esaminati a fondo senza trovarvi una sola moneta.
Ora, io dico che è un assassinio sostenere davanti alla giuria che un amico o un compagno o un congiunto o un conoscente dell'imputato o dell'indiziato ha portato il denaro in Italia, quando si sa che non è vero. Io non posso definire questo gesto altro che un assassinio, un assassinio a sangue freddo.
Ma Katzmann ha detto anche qualcos'altro contro di noi che non è vero. Se io comprendo bene, c'è stato un accordo, durante il processo, con il quale la difesa si era impegnata a non presentare prove della mia buona condotta in Plymouth, e l'accusa non avrebbe informato la giuria che io ero già stato processato e condannato in precedenza, a Plymouth. A me pare che questo fosse un accordo unilaterale. Infatti, al tempo del processo di Dedham, anche i pali telegrafici sapevano che io ero stato processato e condannato a Plymouth: i giurati lo sapevano anche quando dormivano. Per contro, la giuria non aveva mai veduto né Sacco né me, e io penso che sia giusto dubitare che nessun membro della giuria avesse mai avvicinato prima del processo qualcuno che fosse in grado di dargli una descrizione sufficientemente precisa della nostra condotta. La giuria non sapeva niente, dunque, di noi due. Non ci aveva mai veduto. Ciò che sapeva erano le cattiverie pubblicate dai giornali quando fummo arrestati e il resoconto del processo di Plymouth.
Io non so per quale ragione la difesa avesse concluso un simile accordo, ma so molto bene perché lo aveva concluso Katzmann: perché sapeva che metà della popolazione di Plymouth sarebbe stata disposta a venire in tribunale per dire che in sette anni vissuti in quella città non ero mai stato visto ubriaco, che ero conosciuto come il piú forte e costante lavoratore della comunità. Mi definivano «il mulo», e coloro che conoscevano meglio le condizioni di mio padre e la mia situazione di scapolo si meravigliavano e mi dicevano: «Ma perché lei lavora come un pazzo, se non ha né figli né moglie di cui preoccuparsi?».
Katzmann poteva dunque dirsi soddisfatto di quell'accordo. Poteva ringraziare il suo Dio e stimarsi un uomo fortunato. Eppure, egli non era soddisfatto. Infranse la parola data e disse alla giuria che io ero già stato processato in tribunale. Io non so se ne è rimasta traccia nel verbale, se è stato omesso oppure no, ma io l'ho udito con le mie orecchie. Quando due o tre donne di Plymouth vennero a testimoniare, appena la prima di esse raggiunse il posto ove è seduto oggi quel gentiluomo — la giuria era già al suo posto — Katzmann chiese loro se non avesse già testimoniato in precedenza per Vanzetti. E alla loro risposta affermativa replicò: «Voi non potete testimoniare». Esse lasciarono l'aula. Dopo di che testimoniarono ugualmente. Ma nel frattempo egli disse alla giuria che io ero già stato processato in precedenza. È con questi metodi scorretti che egli ha distrutto la mia vita e mi ha rovinato. Si è anche detto che la difesa avrebbe frapposto ogni ostacolo pur di ritardare la prosecuzione del caso. Non è vero, e sostenerlo è oltraggioso. Se pensiamo che l'accusa, lo Stato, hanno impiegato un anno intero per l'istruttoria, ciò significa che uno dei cinque anni di durata del caso è stato preso dall'accusa solo per iniziare il processo, il nostro primo processo. Allora la difesa fece ricorso a lei, giudice Thayer, e lei aspettò a rispondere; eppure io sono convinto che aveva già deciso: fin dal momento in cui il processo era finito, lei aveva già in cuore la risoluzione di respingere tutti gli appelli che le avremmo rivolti. Lei aspettò un mese o un mese e mezzo, giusto per render nota la sua decisione alla vigilia di Natale, proprio la sera di Natale. Noi non crediamo nella favola della notte di Natale, né dal punto di vista storico né da quello religioso. Lei sa bene che parecchie persone del nostro popolo ci credono ancora, ma se noi non ci crediamo ciò non significa che non siamo umani. Noi siamo uomini, e il Natale è dolce al cuore di ogni uomo. Io penso che lei abbia reso nota la sua decisione la sera di Natale per avvelenare il cuore delle nostre famiglie e dei nostri cari. Mi dispiace dir questo, ma ogni cosa detta da parte sua ha confermato il mio sospetto fino a che il sospetto è diventato certezza.
Per presentare un nuovo appello, in quel periodo, la difesa non prese piú tempo di quanto ne avesse preso lei per rispondere. Ora non ricordo se fu in occasione del secondo o del terzo ricorso, lei aspettò undici mesi o un anno prima di risponderci; e io sono sicuro che aveva già deciso di rifiutarci un nuovo processo prima ancora di consultare l'inizio dell'appello. Lei prese un anno, per darci questa risposta, o undici mesi. Cosicché appare chiaro che, alla fine, dei cinque anni, due se li prese lo Stato: uno trascorse dal nostro arresto al processo, l'altro in attesa di una risposta al secondo a al terzo appello.
Posso anzi dire che, se vi sono stati ritardi, essi sono stati provocati dall'accusa e non dalla difesa. Sono sicuro che se qualcuno prendesse una penna in mano e calcolasse il tempo preso dall'accusa per istruire il processo e il tempo preso dalla difesa per tutelare gli interessi di noi due, scoprirebbe che l'accusa ha preso più tempo della difesa. C'è qualcosa che bisogna prendere in considerazione a questo punto, ed è il fatto che il mio primo avvocato ci tradì. Tutto il popolo americano era contro di noi. E noi abbiamo avuto la sfortuna di prendere un secondo legale in California: venuto qui, gli è stato dato l'ostracismo da voi e da tutte le autorità, perfino dalla giuria. Nessun luogo del Massachusetts era rimasto immune da ciò che io chiamo il pregiudizio, il che significa credere che il proprio popolo sia il migliore del mondo e che non ve ne sia un'altro degno di stargli alla pari.
Di conseguenza, l'uomo venuto dalla California nel Massachusetts a difendere noi due, doveva essere divorato, se era possibile. E lo fu. E noi abbiamo avuto la nostra parte.
Ciò che desidero dire è questo: il compito della difesa è stato terribile. Il mio primo avvocato non aveva voluto difenderci. Non aveva raccolto testimonianze né prove a nostro favore. I verbali del tribunale di Plymouth erano una pietà. Mi è stato detto che piú di metà erano stati smarriti. Cosicché la difesa aveva un tremendo lavoro da fare, per raccogliere prove e testimonianze, per apprendere quel che i testimoni dello Stato avevano sostenuto e controbatterli. E considerando tutto questo, si può affermare che se anche la difesa avesse preso doppio tempo dello Stato, ritardando così il caso, ciò sarebbe stato più che ragionevole. Invece, purtroppo, la difesa ha preso meno tempo dello Stato.
Ho già detto che non soltanto non sono colpevole di questi due delitti, ma non ho mai commesso un delitto in vita mia non ho mai rubato, non ho mai ucciso, non ho mai versato una goccia di sangue, e ho lottato contro il delitto, ho lottato sacrificando anche me stesso per eliminare i delitti che la legge e la chiesa ammettono e santificano.
Questo è ciò che volevo dire. Non augurerei a un cane o a un serpente, alla piú miserevole e sfortunata creatura della terra, ciò che ho avuto a soffrire per colpe che non ho commesso. Ma la mia convinzione è un'altra: che ho sofferto per colpe che ho effettivamente commesso. Sto soffrendo perché sono un radicale, e in effetti io sono un radicale; ho sofferto perché sono un italiano, e in effetti io sono un italiano; ho sofferto di piú per la mia famiglia e per i miei cari che per me stesso; ma sono tanto convinto di essere nel giusto che se voi aveste il potere di ammazzarmi due volte, e per due volte io potessi rinascere, vivrei di nuovo per fare esattamente ciò che ho fatto finora.
Ho finito. Grazie.
Gianni Morandi: Ho visto un film (video)
mercoledì 19 agosto 2015
325 - CULTURA NEI SOCIAL NETWORK
Mi ha nauseato la cultura in versione social network.
Diventa nozionismo e ostentazione.
Rimangono nell'ambito del risaputo, della scelta indotta, del libro da dire che si è letto per non essere fuori dalla mandria, ma non è quasi mai una scelta personale, mentre è quasi sempre una scelta guidata dal mercato, anche quello alternativo.
Inoltre di ogni autore famoso bisogna fingere d'aver letto tutto, anche la lista della spesa dal salumiere.
Io cerco di apparire più fuori possibile dai loro schemi, per non avere neppure da discutere con certi.
Come evito quelli che si pavoneggiano per i soldi che hanno, così evito quelli che si vantano delle loro letture.
O dei dischi ascoltati.
O dei film visti.
O dei luoghi visitati.
O dei cazzi presi.
O delle vagine infilate.
Sono tutti personaggi venuti su questo pianeta con un solo preciso scopo:
scassare la minchia al prossimo.
Diventa nozionismo e ostentazione.
Rimangono nell'ambito del risaputo, della scelta indotta, del libro da dire che si è letto per non essere fuori dalla mandria, ma non è quasi mai una scelta personale, mentre è quasi sempre una scelta guidata dal mercato, anche quello alternativo.
Inoltre di ogni autore famoso bisogna fingere d'aver letto tutto, anche la lista della spesa dal salumiere.
Io cerco di apparire più fuori possibile dai loro schemi, per non avere neppure da discutere con certi.
Come evito quelli che si pavoneggiano per i soldi che hanno, così evito quelli che si vantano delle loro letture.
O dei dischi ascoltati.
O dei film visti.
O dei luoghi visitati.
O dei cazzi presi.
O delle vagine infilate.
Sono tutti personaggi venuti su questo pianeta con un solo preciso scopo:
scassare la minchia al prossimo.
giovedì 13 agosto 2015
324 - QUALUNQUISMI
Quando sento/leggo gli uomini sono tutti così e le donne sono tutte cosà mi si rizzano i peli della schiena e mi parte il vaffanculo automatico.
martedì 11 agosto 2015
323 - DISCODRUG
Io non mi stupisco che ci siano ragazzi che muoiono di droghe nelle discoteche, mi stupisco invece che ci sia ancora gente che va in discoteca, sono pochi per fortuna.
Alcolizzarsi e stupefarsi sono i normali effetti collaterali dello stazionare in certi posti del finto divertimento obbligatorio.
Comunque se le mettessero legali tutte le sostanze ci sarebbero meno morti da seppellire e meno tasse da pagare, ma la legalizzazione farebbe piangere a dirotto i Giovanardi, i preti e le organizzazioni criminali.
Per cui continuiamo così, mettiamo più Alfani e poliziotti a controllare i giovani.
PS
siamo già il paese in Europa con più forze dell'ordine per abitante, 1 ogni 129 abitanti, più del triplo di altre nazioni (in Germania sono 1 ogni 420, in Gran Bretagna 1 ogni 400, in Spagna 1 ogni 350, in Francia 1 ogni 250).
Alcolizzarsi e stupefarsi sono i normali effetti collaterali dello stazionare in certi posti del finto divertimento obbligatorio.
Comunque se le mettessero legali tutte le sostanze ci sarebbero meno morti da seppellire e meno tasse da pagare, ma la legalizzazione farebbe piangere a dirotto i Giovanardi, i preti e le organizzazioni criminali.
Per cui continuiamo così, mettiamo più Alfani e poliziotti a controllare i giovani.
PS
siamo già il paese in Europa con più forze dell'ordine per abitante, 1 ogni 129 abitanti, più del triplo di altre nazioni (in Germania sono 1 ogni 420, in Gran Bretagna 1 ogni 400, in Spagna 1 ogni 350, in Francia 1 ogni 250).
mercoledì 29 luglio 2015
322 - DEFINIRSI POETI
Non mi vergogno quasi di niente, tranne che di definirmi un poeta, mi imbarazza scrivere poeta riferito a me; ma pure riferito agli altri.
Poesia e poeta sono parole usate a vanvera, abusate, svuotate.
Come succede anche alla parola amore, suona di falso e vuoto, a me imbarazza pronunciarla.
Secondo me siamo gente che scrive dei pensieri, che diventano scritti in forma insopportabile e illeggibile quando uno cerca di essere un poeta, aderendo a certi stereotipi, recitando il ruolo.
Anche perché i poeti presenti sui social network oggigiorno sono in gran parte veri e propri malati di mente o repressi sessuali (i peggiori); o laureati in lettere che hanno trovato lavoro solo come spargitore di insetticida nei campi e per dare un valore ai loro studi si mettono a fare i critici letterari piacioni su Facebook, discutendo di metrica con le pensionate; oppure ci sono gli "alternativi" intossicati disadattati che descrivono in versi le loro paranoie e i mal di pancia, tra sballi e sbornie, perché loro si ritengono creature perfette incomprese mentre tutti gli altri sono solo delle merde cattive, così loro soffrono e sono sull'orlo del suicidio a parole, ma spesso li noti pronti a qualsiasi lecchinaggio per avere un qualche riconoscimento sociale, tramite premiazioni anche alla sagra dell'asparago o pubblicazioni con editori sconosciuti.
Restano quelli sinceri o che almeno cercano di esserlo e senza recitare nessuna parte scrivono ciò che sentono il bisogno di scrivere/comunicare.
Nel mio caso sono decenni che scrivo poesie, scrivevo per me stesso, nel 2011, purtroppo per chi non mi sopporta, mi sono collegato al web e le diffondo. A volte rileggendole non mi piacciono, vedo troppe ripetizioni, finali simili e concetti esposti già in altre, mentre altre volte mi piaccio molto e mi basta quello. Ovviamente gli apprezzamenti fanno piacere, se tanta gente mi leggesse mi farebbe piacere, ma non è un mio obbiettivo essere considerato un poeta.
Come dicevo sento pure un certo imbarazzo a dire o sentirmi dire che sono un poeta, mi ricorda il mitico Palmambrogio Guanziroli con "La coltivazione del riso", interpretato da Pozzetto.
Se scrivo una specie di poesie mi pare pure ipocrita dire che non sono poeta, però almeno non mi faccio delle seghe mentali e credo sia questa la cosa più importante.
Poesia e poeta sono parole usate a vanvera, abusate, svuotate.
Come succede anche alla parola amore, suona di falso e vuoto, a me imbarazza pronunciarla.
Secondo me siamo gente che scrive dei pensieri, che diventano scritti in forma insopportabile e illeggibile quando uno cerca di essere un poeta, aderendo a certi stereotipi, recitando il ruolo.
Anche perché i poeti presenti sui social network oggigiorno sono in gran parte veri e propri malati di mente o repressi sessuali (i peggiori); o laureati in lettere che hanno trovato lavoro solo come spargitore di insetticida nei campi e per dare un valore ai loro studi si mettono a fare i critici letterari piacioni su Facebook, discutendo di metrica con le pensionate; oppure ci sono gli "alternativi" intossicati disadattati che descrivono in versi le loro paranoie e i mal di pancia, tra sballi e sbornie, perché loro si ritengono creature perfette incomprese mentre tutti gli altri sono solo delle merde cattive, così loro soffrono e sono sull'orlo del suicidio a parole, ma spesso li noti pronti a qualsiasi lecchinaggio per avere un qualche riconoscimento sociale, tramite premiazioni anche alla sagra dell'asparago o pubblicazioni con editori sconosciuti.
Restano quelli sinceri o che almeno cercano di esserlo e senza recitare nessuna parte scrivono ciò che sentono il bisogno di scrivere/comunicare.
Nel mio caso sono decenni che scrivo poesie, scrivevo per me stesso, nel 2011, purtroppo per chi non mi sopporta, mi sono collegato al web e le diffondo. A volte rileggendole non mi piacciono, vedo troppe ripetizioni, finali simili e concetti esposti già in altre, mentre altre volte mi piaccio molto e mi basta quello. Ovviamente gli apprezzamenti fanno piacere, se tanta gente mi leggesse mi farebbe piacere, ma non è un mio obbiettivo essere considerato un poeta.
Come dicevo sento pure un certo imbarazzo a dire o sentirmi dire che sono un poeta, mi ricorda il mitico Palmambrogio Guanziroli con "La coltivazione del riso", interpretato da Pozzetto.
Se scrivo una specie di poesie mi pare pure ipocrita dire che non sono poeta, però almeno non mi faccio delle seghe mentali e credo sia questa la cosa più importante.
lunedì 20 luglio 2015
321 - Come far desistere i call center
Quando mi telefonano i call center con le loro proposte imperdibili di gas, luce, acqua, telefono, internet, tanti film in prima visione tv compresi campionatoesempionslig, ecc dico loro che sono un nomade, senza fissa dimora.
Riattaccano subito.
Che esagerati, magari avevo intenzione di fare un qualche abbonamento del cazzo.
Riattaccano subito.
Che esagerati, magari avevo intenzione di fare un qualche abbonamento del cazzo.
domenica 19 luglio 2015
320 - GLI SCRITTORI SERI
Gli scrittori più seri e affermati mi evitano, hanno ragione, non sono nessuno e scherzo troppo.
Invece loro sono scrittori seri che partecipano ai premi letterari, fedeli agli impegni, se vincono il premio sponsorizzato da un liquore sono costretti a tracannare il liquore dalla bottiglia col marchio in evidenza di telecamera, per simulare gioia ed entusiasmo verso lo sponsor; loro ligi al dovere adempiono al compito anche se soffrono di una qualche malattia allo stomaco che lo sconsiglierebbe, anche se dopo dovranno sottoporsi alla lavanda gastrica.
Se lo sponsor del premio letterario che vincono fosse una ditta produttrice di pompette per i clistere si calerebbero le braghe e se lo farebbero sul palco, durante la premiazione, per dimostrarne l'efficacia.
Mentre io non sono uno scrittore serio, né mai lo sarò.
Invece loro sono scrittori seri che partecipano ai premi letterari, fedeli agli impegni, se vincono il premio sponsorizzato da un liquore sono costretti a tracannare il liquore dalla bottiglia col marchio in evidenza di telecamera, per simulare gioia ed entusiasmo verso lo sponsor; loro ligi al dovere adempiono al compito anche se soffrono di una qualche malattia allo stomaco che lo sconsiglierebbe, anche se dopo dovranno sottoporsi alla lavanda gastrica.
Se lo sponsor del premio letterario che vincono fosse una ditta produttrice di pompette per i clistere si calerebbero le braghe e se lo farebbero sul palco, durante la premiazione, per dimostrarne l'efficacia.
Mentre io non sono uno scrittore serio, né mai lo sarò.
319 - RIVOLTA GRAMMATICALE
Se scrivete ventitre o cinquantatre è sbagliato, l’accento va sempre segnato nei composti con tre, che sono parole polisillabiche accentate sull’ultima sillaba.
Allora magari scrivete ventitrè, ma manco per il cazzo, sbagliato.
Dovete scrivere ventitré, così è corretto.
Nel frattempo probabilmente avete perso il filo del discorso e scordato cosa dovevate scrivere.
La grammatica oggi mi pare in larga parte superata e controproducente, se scrivo la rispetto, ma certi orpelli inutili sono tipici di una mentalità italiana che si rispecchia pure nelle leggi astruse. C'è gente che gode a complicarsi la vita e a complicarla agli altri, manca una mentalità pratica.
Se io scrivo ventitre non c'è spazio per fraintendimenti perciò ogni accento imposto è pleonastico, quindi eliminabile, invece necessita in giacché per distinguerlo da giacche (a parte che giacché non lo usa più nessuno).
Pure l'accento in ciò è inutile, nonché l'apostrofo del po' inconfondibile col fiume Po, dotato di maiuscola.
Io poi gli eliminerei tutti gli inutili apostrofi.
Mentre sarebbe di mettere l'accento obbligatorio, invece che è facoltativo, su una parola sdrucciola, accentata alla terzultima sillaba, per non confonderla con identica parola piana, cioè accentata sulla penultima sillaba, quindi per distinguere il capitano le cose e il capitano di una nave, la retina di un occhio e la retina per pescare, ecc.
Allora magari scrivete ventitrè, ma manco per il cazzo, sbagliato.
Dovete scrivere ventitré, così è corretto.
Nel frattempo probabilmente avete perso il filo del discorso e scordato cosa dovevate scrivere.
La grammatica oggi mi pare in larga parte superata e controproducente, se scrivo la rispetto, ma certi orpelli inutili sono tipici di una mentalità italiana che si rispecchia pure nelle leggi astruse. C'è gente che gode a complicarsi la vita e a complicarla agli altri, manca una mentalità pratica.
Se io scrivo ventitre non c'è spazio per fraintendimenti perciò ogni accento imposto è pleonastico, quindi eliminabile, invece necessita in giacché per distinguerlo da giacche (a parte che giacché non lo usa più nessuno).
Pure l'accento in ciò è inutile, nonché l'apostrofo del po' inconfondibile col fiume Po, dotato di maiuscola.
Io poi gli eliminerei tutti gli inutili apostrofi.
Mentre sarebbe di mettere l'accento obbligatorio, invece che è facoltativo, su una parola sdrucciola, accentata alla terzultima sillaba, per non confonderla con identica parola piana, cioè accentata sulla penultima sillaba, quindi per distinguere il capitano le cose e il capitano di una nave, la retina di un occhio e la retina per pescare, ecc.
mercoledì 15 luglio 2015
318 - SOCIAL NETWORK REVOLUTION
Si scrive una frase contro qualche modo di comportarsi della gente comune, qualche amico ci dà ragione e così andiamo a dormire soddisfatti, pensando di aver fatto tutto il possibile, dando il nostro contributo per debellare il problema.
317 - SOCIOLOGIA LIBIDINOSA
Ma quelle anche un minimo sindacale carine, che scrivono per mettere in mostra se stesse mascherandolo per analisi sociologica, e i morti di topa a seguito che le incensano sbavando nei commenti, mi fanno venire una tristezza deprimente che provavo solo quando da bambino guardavo lo zecchino d'oro (quasi mai e al massimo per pochi minuti, li odiavo i bambini canterini ammaestrati).
martedì 14 luglio 2015
316 - TIRANNI E TIRANNINI
In Italia c'è sempre qualcuno con qualche incarico, dal presidente al portinaio, che si sente realizzato se riesce a tirannizzare gli altri; e più in basso stanno nella loro ambita scala sociale e più sono rancorosi, si atteggiano e rompono le palle al prossimo.
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