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venerdì 10 marzo 2017

353 - L'UTILITÀ DELLE PROTESTE

Serve ancora a qualcosa indignarsi e protestare, quelli che dicono non serve a niente è perché non hanno voglia di farlo o stanno bene anche con le ingiustizie. Quell'operaio licenziato perché era stato ammalato e ha dovuto subire un trapianto di fegato ora è stato reintegrato al lavoro, proprio grazie alle proteste e alla mobilitazione che si è creata.
State attenti anche ai trucchi mediatici, certi scrivono che lavora in una fabbrica d'armi di proprietà svizzera ma non è vero, confondono la Oerlikon-Bührle azienda svizzera che in Italia opera con il marchio Rheinmetall Italia S.p.A ( https://it.wikipedia.org/wiki/Oerlikon-B%C3%BChrle ) con la  Oerlikon Graziano SPA, dove lavora lui, che è italiana e costruisce ingranaggi ( http://tecodirectory.it/oerlikon-graziano-s-p-a/ ), tentando così di far calare la voglia di difendere il suo posto di lavoro in chi si mobilita. Oppure si attacca personalmente chi fa notare come siano licenziabili gli operai dopo le riforme di Renzi, come ho visto in un programma di La7, in cui la Santanchè e una giornalista del Corriere della Sera attaccavano Corradino Mineo accusandolo di sciacallaggio, solo perché aveva esposto l'evidenza di come sia peggiorata la situazione dei lavoratori.
Per chi preferisce che le persone comuni stiano buone e passive è meglio disinformare, per far credere che sia un episodio casuale, compiuto da dei cattivissimi svizzeri costruttori di armi, cercando di far calare l'adesione alla protesta e di far passare sempre l'idea che sia inutile o sbagliato mobilitarsi.


giovedì 2 marzo 2017

352 - I CANI DA GUARDIA DEGLI SFRUTTATORI

Uno magari ha 50 o 60 anni, è disoccupato e senza soldi, non è riuscito a trovarsi un lavoro stabile in tutta la sua vita e ora si ritrova in età avanzata, in piena crisi e completamente squattrinato, ma gli dicono che deve inventarsi un lavoro.
Lo prendono pure per il culo. Per scaricare la responsabilità su di lui e distrarre dal fatto che non ci sono politiche sociali serie.
In fondo si confida sempre sul fatto che uno abbia dei familiari che lo aiutano o che si venda la collanina della cresima al compro oro, giocandosi poi gli ultimi spicci sulle slot o con i grattaevinci, sperando così di dare una svolta alla situazione in cui si trova.
Chiudono gli stabilimenti, vanno nei paesi in cui costa meno la manodopera e si pagano meno tasse, mentre per quel poco lavoro che resta vengono organizzate lotte tra disperati al ribasso, con sempre meno diritti e stipendio.
Sento muratori che prendono 700 euro al mese, la metà di quello che prendevano pochi anni fa, con una famiglia da mantenere.
Leggo di un operaio della Fiat costretto a non andare in bagno e pisciarsi addosso, trattato  peggio di una bestia.
Una che conosco aveva un normale lavoro di commessa con un normale stipendio, hanno assunto due ragazze straniere disposte a fare lo stesso lavoro per meno della metà dello stipendio, e a dormire in magazzino su dei materassi buttati sul pavimento.
Nascono molti negozietti di alimentari gestiti da stranieri, sempre aperti, in cui i lavoratori si fanno 12 o 14 ore, senza una vita privata; nel frattempo un negozio che rispetta i diritti dei lavoratori, pagando il dovuto e facendoli lavorare 8 ore, deve chiudere.
Si sta creando un nuovo schiavismo, e i diritti acquisiti in decenni di lotte, anche sanguinose, stanno svanendo.
Tutto questo mentre la ristrettissima minoranza più ricca della popolazione diventa sempre più ricca, quindi la crisi non c'è, esiste solo per la maggioranza che non ha potere o conoscenze.
Ma la gente se la prende con lo straniero, meglio se è di pelle nera, o aspetta che qualche uomo forte venga a risolvere tutto.
O si diverte se rinchiudono nei cassonetti chi ci rovista.
Non si rendono neanche conto di essere diventati i cani da guardia del sistema che li opprime.
Solo un vero socialismo potrebbe farci uscire da questa situazione, ma il popolo bue ne ha paura.
Hanno paura dei costi di un salario minimo garantito; preferiscono che gli indigenti vadano alle mense dei poveri, così si mantengono i vari baracconi spesso religiosi o infiltrati da mafiosi, che alla fine dei conti vengono pure a costare di più ai contribuenti. Consideriamo inoltre il fatto che un salario minimo garantito, come esiste nella quasi totalità degli altri paesi europei, sarebbe completamente speso nei consumi necessari per sopravvivere, quindi reimmesso nel sistema economico, alzando il pil e creando occupazione; mentre adesso i soldi che guadagna speculando chi gestisce l'assistenza dei poveri vengono imboscati nei paradisi fiscali; come succede anche con i guadagni derivati dalle varie attività lavorative clandestine organizzate, che minano il lavoro regolare.
Eliminare lo sfruttamento dei lavoratoti, combattere il lavoro in nero e un salario minimo garantito sono necessari come l'aria, adesso, qui.