Se apprezzate e volete offrirmi una birra o una pizza, vi ringrazio immensamente:

sabato 30 agosto 2014

261 - Lo sguardo

Guardo gli sguardi falsi.
Radiamo al suolo tutti gli alberi che ci circondano perché altrimenti fanno foglie sui nostri perfetti prati verdi, e ci lamentiamo della deforestazione in Amazzonia.
Andiamo a prenderci le sigarette a 500 metri da casa con l'automobile, e ci dà fastidio che i cinesi lascino le biciclette incominciando a girare in automobile.
Ho visto certi che guardavano maniacalmente gli ingredienti su ogni confezione evitando mille sostanze nocive, e poi si facevano in vena con l'acqua delle pozzanghere.
Ragazze serie che col fidanzato hanno fatto sesso dopo un mese, e dopo una birra si sono fatte scopare da 4 suoi amici contemporaneamente.
Uomini irreprensibili sposati che all'amante hanno nascosto di avere una famiglia, e l'hanno messa incinta.
Ma quello che riassume tutto è quando ho visto un vitello al macello, aveva paura, allora un uomo l'ha rassicurato accarezzandolo e il vitello con gli occhi riconoscenti si è fidato, si è tranquillizzato, allora l'uomo affettuosamente l'ha tirato con sé e il vitello fiducioso lo ha seguito verso uno spuntone che lo ha trafitto ammazzandolo, lo sguardo prima di morire era di sorpresa per il tradimento vigliacco.
Quello è uno sguardo che rimane dentro, insieme allo schifo per la falsità umana.



sabato 16 agosto 2014

260 - talk-show

Hai mai discusso con un culo?
Tu gli parli e lui è assente, al massimo se riesci ad avere la sua attenzione ti scorreggia in faccia o ti scagazza addosso.
Mi fanno la stessa impressione quei poveri illusi con dei problemi che, sperando che glieli risolvano, nei talk show li raccontano ai potenti di turno, mentre loro lontani anni luce vedi che vogliono solo far credere che li risolveranno.
Il giorno dopo il conduttore avrà fatto audience, gli sponsor avranno raggiunto spettatori con i loro spot, i commentatori si saranno fatti notare, i politici saranno sembrati capaci, gli imprenditori saranno apparsi concreti, e tutti loro torneranno a fare l'agiata vita di prima.
Mentre il poveraccio che ha fatto la comparsa con i suoi problemi gravi continuerà ad averli, senza che cambi niente.
Tutto proseguirà come prima.
Forse c'è stata qualche eccezione, ma non l'ho notata.



259 - razzismi

Parlano tanto di razzismi ma nessuno muove un dito per la categoria più esclusa dalle offerte di lavoro: i perditempo. Non è giusto che muoiano di fame disoccupati.

sabato 2 agosto 2014

258 - Coca

 Se tiri la pista
 ti senti protagonista,
 se ti passa l'effetto
 ti senti un povero stronzetto.

 Giovanni Pasculi

257 - Stragi di Bologna: Claudio Lolli - Piazza, bella piazza (1976)

4 agosto 1974. Nella notte una bomba esplode nella vettura numero 5 dell'espresso Roma-Brennero. I morti sono 12 e i feriti circa 50, ma una strage spaventosa è stata evitata per questione di secondi: se la bomba fosse esplosa nella galleria che porta a San Benedetto Val di Sambro i morti sarebbero stati centinaia. Racconta un testimone della strage: «Il vagone dilaniato dall'esplosione sembra friggere, gli spruzzi degli schiumogeni vi rimbalzano su. Su tutta la zona aleggia l'odore dolciastro e nauseabondo della morte». I due agenti di polizia che hanno assistito alla sciagura raccontano: «Improvvisamente il tunnel da cui doveva sbucare il treno si è illuminato a giorno, la montagna ha tremato, poi è arrivato un boato assordante. Il convoglio, per forza di inerzia, è arrivato fin davanti a noi. Le fiamme erano altissime e abbaglianti. Nella vettura incendiata c'era gente che si muoveva. Vedevamo le loro sagome e le loro espressioni terrorizzate, ma non potevamo fare niente poiché le lamiere esterne erano incandescenti. Dentro doveva già esserci una temperatura da forno crematorio. 'Mettetevi in salvo', abbiamo gridato, senza renderci conto che si trattava di un suggerimento ridicolo data la situazione. Qualcuno si è buttato dal finestrino con gli abiti in fiamme. Sembravano torce. Ritto al centro della vettura un ferroviere, la pelle nera cosparsa di orribili macchie rosse, cercava di spostare qualcosa. Sotto doveva esserci una persona impigliata. 'Vieni via da lì', gli abbiamo gridato, ma proprio in quel momento una vampata lo ha investito facendolo cadere accartocciato al suolo»

"Piazza Maggiore, per tutti quelli che almeno una volta ci sono passati, non è solo il centro di Bologna, il luogo fisico dove le strade finiscono. Piazza Maggiore è la grande piazza. Sotto quei portici circolano le idee, gli affari, le amicizie e gli amori, si fanno gli acquisti e si discute. Ma anche la piazza che davanti al sagrato del Duomo ha visto allineare le persone uccise sul treno Italicus nel '74, quelle della stazione nell'80 e del Rapido 904 nel l'84. 106 morti e 424 feriti in soli dieci anni. Di questo e di altro, della storia d’Italia ci canta Claudio."
Giorgio Maimone, da Bielle..

"..È un dovere preciso prendere parte ai funerali che seguiranno a Bologna in Piazza Maggiore. Anche per ricordare la morte dell'anarchico Pinelli.
Terza stazione. Piazza bella piazza. Uno dei momenti più alti e drammatici di questo disco incredibile e coraggioso.
Una delle scene più indimenticabili di tutta una vita. Dieci bare in fila sul sagrato della chiesa. E davanti, fermi, immobili nei loro completi scuri, impenetrabili, il sindaco di Bologna, il presidente della repubblica Giovanni Leone, il segretario della DC Amintore Fanfani, tanti ufficiali, politicanti. Dietro di loro tutta una città riunita, raccolta, ostile. Dapprima ondeggiante di sdegno, poi rumorosa di fischi, grida, ululati. Che si trattiene a stento dal trascendere. Dal travolgere le istituzioni presenti."
Jonathan Gustini, da: Claudio Lolli, la terra la luna e l'abbondanza, edizioni Stampa Alternativa, p. 115.

Piazza bella piazza, ci passò una lepre pazza... è una filastrocca popolare toscana che la madre di Claudio Lolli, originaria di Grosseto, cantava sempre al figlio.

TESTO:

Piazza, bella piazza
ci passò una lepre pazza,
uno lo cucinò, uno se lo mangiò,
uno lo divorò, uno lo torturò,
uno lo scorticò, uno lo stritolò,
uno lo impiccò
e del mignolino ch'era il più piccino
più niente restò.

Piazza, bella piazza, ci passò una lepre pazza...

Ci passarono dieci morti
i tacchi, e i legni degli ufficiali,
teste calve, politicanti
un metro e mezzo senza le ali,
ci passai con la barba lunga
per coprire le mie vergogne,
ci passai con i pugni in tasca
senza sassi per le carogne.

Piazza, bella piazza, ci passò una lepre pazza...

Ci passò tutta una città
calda e tesa come un'anguilla,
si sentiva battere il cuore,
ci mancò solo una scintilla;
capivamo di essere tanti
capivamo di essere forti,
il problema era solamente
come farlo capire ai morti.

Piazza, bella piazza, ci passò una lepre pazza...

E fu il giorno dello stupore
e fu il giorno dell'impotenza,
si sentiva battere il cuore,
di Leone avrei fatto senza,
si sentiva qualcuno urlare
"solo fischi per quei maiali,
siamo stanchi di ritrovarci
solamente a dei funerali".

Piazza, bella piazza, ci passò una lepre pazza...

Ci passarono le bandiere
un torrente di confusioni
in cui sentivo che rinasceva
l'energia dei miei giorni buoni,
ed eravamo davvero tanti,
eravamo davvero forti,
una sola contraddizione:
quella fila, quei dieci morti.



fonte:
http://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=2221&lang=it



256 - Satireggiando: aforismi e deliri di Andreas Finottis

-  Se uno non è se stesso non è nessuno.

- Rassegnandoti al vivere come gli altri perdi te stesso.

- Il tempo se lo riempi non ti vola via.

- Vivendo un giorno come fosse l'ultimo può essere il primo di una nuova vita.

- Non finisce e non comincia niente se non muovi il culo.

- Agendo si crea ciò che si è, invece rimanendo inerti è come non essere mai nati, siamo solo in ciò che facciamo e amiamo.

- Il mio futuro è passato, mi sono distratto un attimo.

- Filtriamo in base alle nostre esperienze passate ogni evento, così le porte della percezione rimangono chiuse a chiave, con doppia mandata.

- La monotonia non m'annoia, mi lascia più tempo per me stesso, invece m'annoia il divertimento obbligatorio, da sabato sera o ferie d'agosto.

- Se nessun dio si è mai permesso di suonarmi alla porta non vedo perché devono farlo i suoi scagnozzi.

- Non è vero niente, finché non muore o nasce qualcuno o qualcosa.

- È il voler stare comodi che frega tutti, così si fa una vita da bara prima di finirci dentro.

- Per ogni problema c'è una soluzione, per ogni soluzione c'è un nuovo problema.

- Quando si hanno dei dubbi c'è della verità in entrambe le opzioni.

- Se hai la tempesta dentro sei fuori posto nella piatta abitudine, e finisce che ti crei un tuo mondo isolandoti.

- Vedo troppi artisti e poca arte.

- Le poesie con amo sono esche.

- Amici e amore sono due illusorie parole che ci piace usare per i conoscenti e la voglia di sesso.

- Sono contento che non si veda quello che ho studiato, odio quando si vede, significa che stai esibendo il sapere senza comunicare le tue idee.

- Siamo la nota stonata nella perfetta esecuzione capitale di massa.

- Volete una bella frase piena di saggezza?
Scrivetevela voi e non vivete a rimorchio di quello che dicono gli altri.

- Magari il libro più interessante che sia mai stato scritto è fatto dai nostri commenti più spontanei e liberi.

- Come ragni sospesi nel vuoto ci aggrappiamo al filo creato dalle nostre parole.

- Le teste vuote ammirano i palloni gonfiati.

- Meno capisci e più gioisci.

- Meglio ben accompagnati che soli.

- In questi tempi confusi anche l'ovvio deve essere ribadito

- Una volta era meglio, due volte meglio ancora.

 - Anche se vinci hai perso, partecipando.

- Con la scusa che c'è poco lavoro le persone si fanno comprare per un piatto di minestra radioattiva.

- Se vi adeguate a ciò che fanno gli altri pensate di essere fighi, invece siete delle nullità.

- Girate il mondo, con crociere e voli transoceanici, ma non avete mai visto il vostro buco del culo.

- Ogni pazzo tocca frammenti di pura verità

- Se non leggi una beata minchia scriverai da cazzo.

- Si vive dentro un attimo, si muore cercando l'eternità.

- Aspettare è farsi infilare un dito in culo dalla morte.

- Se c'è chi è morto per i tuoi peccati poteva farsi i cazzi suoi.

- Sento sempre parlare di libertà di religione, ma ovunque vedo religioni e religiosi che vogliono sopraffare le persone, mentre non sento mai nessuno che parli di libertà per gli atei, rivendicando il loro diritto di vivere ed esprimersi liberamente, magari anche bestemmiando e mandando affanculo i religiosi fastidiosi.

- Motivo di guerra: il mio Dio è meglio del tuo, per cui morirai.

- Commenti inutili come il cazzo di un prete.

- Più vi prenderete sul serio e più farete ridere.

- Più vi sentite qualcuno e più siete nessuno.

- Sono razzista con gli stupidi, di qualsiasi colore siano li odio e li evito.

- Mentre hai paura dell'uomo nero l'uomo bianco ti fotte.

- Siamo nell'epoca della plastica pleonastica.

- Chi è vuoto si riempie con le cose e sarà solo un portaoggetti.

- Quello che ti fa sognare ti ha fatto addormentare.

- Resta solo ciò che scrivi con i fluidi corporei, il resto sono pose e vetrine per gli esibizionisti.
.
- Chi pensa di cambiare il mondo stando al computer finisce che non cambia nemmeno sé stesso di mutande.

- Per essere al passo con i tempi bisogna continuare guardare i peggiori programmi in tv per potersene lamentare sui social network.

- Grazie ai social finalmente interessano a qualcuno le vostre opinioni, ma dopo cinque  minuti si saranno scordati tutto.

- Il dissenso popolare è diventato dissenteria verbale.

- Non abbiamo dialoghi, solo monologhi che s'intrecciano.

- Chi non sa parla. Chi sa pensa

- Pur essendo animalista, mi deprime vedere la gente che si preoccupa dei barboncini e ignora i barboni (o clochard, per chi prova ribrezzo persino a nominarli).

- Si stava peggio quando si stava meglio.

- Mondiali. Fanculo il calcio. L'unica cosa buona è che le strade sono vuote, la mia città ideale sarebbe un villaggio fantasma.

- I desideri ci vengono indotti per renderci confusi e infelici, ma utili all'incremento del PIL.
Essere contenti di quello che si ha è rivoluzionario.

- A ogni ora ci sarà sempre di turno un cagacazzi.
(maledizione divina alla genesi dei social network)

- Quelli che se non piacciono a qualcuno allora questo è sicuramente gay/lesbica forse sono cessi a loro insaputa.

- Chi si accorge di essere ritenuto attraente solo sui social network è meglio che curi maggiormente l'igiene personale.

- Viaggi organizzati. La libertà organizzata tranquillizza i cervelli schiavizzati.

- Se avete bisogno degli animatori per non annoiarvi vi annuncio che siete morti.

-  Le spinte nella vita sono utili, ma ti arrivano solo quando sei sull'orlo del precipizio.

- Quando uno muore vedi che ne parlano sempre bene, fino a ieri non ne vedevi uno di questi estimatori e dopodomani rispariranno tutti.

- I più uguali fanno di tutto per sembrare diversi.
Io invece la mia anormalità ce l'ho nel dna, non ho bisogno di tatuarmela per ricordarmelo perché mi brucia dentro ogni giorno, 24 ore su 24.

- Sii quel che sei e sbattitene degli altri se vuoi vivere bene e pienamente la TUA vita.

- Ognuno ha la sua strada, se scorre vicino alla tua è utile conoscersi, ma se è lontana od opposta è controproducente e non ha senso perderci del tempo.

- Le cover band hanno sostituito indegnamente i jukebox.

- La pazzia è chi considera una persona come un oggetto che gli appartiene.

- Il mio cane che mi saluta facendomi festa ogni mattina mi fa stare meglio, più di qualsiasi fede.

- Lasciatevi perdere.

-   Vale mai la pena cambiare per qualcuno, meglio cambiare per sé stessi. O cambiare per il gusto di cambiare.

- Dovremmo vivere per vivere, non per aderire a modelli spesso non nostri. Basterebbe essere protagonisti della propria vita.

- Le riflessioni sagge e profonde sono indice di poca figa disponibile.

- Gli aforismi sono fascisti.




foto di andreasfinottis