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sabato 5 novembre 2022

431 - SCOREGGIA, SCORREGGIA O SCUREGGIA

La mia poesia sul libro "Guadagnare soldi dal caos" che è una antologia poetica del 2013, si intitola "O le  scorregge o il vento", ma nel titolo hanno scritto scoregge con una sola r, e mi è capitato spesso che mi correggessero anche in certi miei racconti la parola scorregge togliendo un r.
Ma sbagliano, la forma più comune non è l'unica consentita.
Riporto dal dizionario Treccani: "Scoreggia scoréggia (o scorréggia e pop. scuréggia, meno com. corréggia, e coréggia) s. f. [voce di origine e formazione incerta, prob. onomatopeica] (pl. f. -ge), volg. – Emissione rumorosa di gas intestinali..."
Quindi è corretto scrivere scorreggia.
Questa sembra una questione da poco invece è molto importante, perché vedo spesso sui social saputelli che dicono a qualcuno che non sa scrivere, di tornare a studiare o amenità simili, anche quando questo ha scritto correttamente ma in un modo non comunemente usato. Questo atteggiamento molto presuntuoso e ottuso danneggia il linguaggio, togliendo possibilità espressive, ma il peggio è che indica un'omologazione di pensiero, causata da un apprendere ripetendo poi a memoria, come soldatini che eseguono ottusamente gli ordini. Ciò si ripercuote anche nel modo di ragionare, che imparando a ripetere senza ragionare autonomamente, crede ciecamente in tutto ciò che viene diffuso dai media ufficiali come verità assoluta e indiscutibile.
Infatti trovi persone che hanno letto moltissimo e invece di  fare ragionamenti saggi e profondi, come ti aspetteresti da loro, dicono delle cagate sesquipedali che ti lasciano allibito. E se glielo fai notare hanno una crisi isterica, si arrabbiano esageratamente, non prendono neanche in considerazione ciò che dici altrimenti crolla il loro mondo.
Mi ricordo da bambino che c'era alla televisione un quiz condotto da Mike Bongiorno, se qualcuno dava una risposta sbagliata  e sosteneva di aver ragione lui, Mike lo liquidava dicendogli: "Evidentemente abbiamo letto libri diversi". 
Era una risposta molto intelligente, perché ci sono versioni differenti su tutto, dal personaggio comunemente ritenuto più cattivo a quello ritenuto più buono, fino a ogni parola, che può avere diverse modalità d'uso. Bisogna tenere la mente sempre elastica e non presumere mai d'avere la verità assoluta in tasca, per apprendere al meglio e migliorarsi.
Per restare in tema scorreggiamento, io per esempio uso la doppia erre in funzione onomatopeica, quando voglio sottolineare che  è rumorosa, invece per la versione silenziosa uso una solo r, oppure la chiamo loffa. 
Insomma a me è spesso utilissima una certa duttilità del linguaggio.
Concludo allegando la mia poesia della raccolta suddetta, credo ormai introvabile, se qualcuno è curioso di leggerla.

 o le scorregge o il vento

Quando ogni tuo giorno sembra un nebbioso tramonto
quando ogni speranza svanisce al primo raggio di luce
quando i tuoi occhi nello specchio vedono il vuoto
ascolta con estrema attenzione alla sera
le scorregge di tua nonna addormentata davanti alla tv
è una sonata di pensieri morti
che predicono il tuo futuro
stagnante e fetente
finché stai in casa.
Esci, scappa,
non guardare indietro
non fermarti mai
corri verso i momenti persi
insegui i sogni sparsi
cogli ogni refolo di vento
corri sempre
e anche se il mondo ti schianterà
almeno un attimo avrai vissuto
sarai esistito.