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venerdì 5 febbraio 2016

351 - leggere la vita

Non sono uno di quelli che dicono: leggete libri!
Sia perché ho visto le molte cagate in classifica, sia perché ho notato come leggono in maggioranza: per fuggire dalla realtà, per estraniarsi, per sognare.
Alla stessa maniera del disperato che si appiccica alla televisione, dell'eroinomane, dell'alcolizzato, dell'impasticcato, di chi si annulla in una fede o si cancella nel lavoro o si getta disperato nelle storie d'amore o si riempie delle vite degli altri spiando i vicini.
Sono tutte sostanze stupefacenti per fuggire da se stessi.
In aggiunta quelli che si stupefanno leggendo se la tirano citando i libri letti continuamente, con l'intento palese di trovare e sottolineare che tu non l'hai letto quel determinato libro, pavoneggiandosi esattamente come quelli che si pavoneggiano perché hanno i cerchioni in lega da mille euro sull'auto.
Perciò io non invito mai nessuno alla lettura, così come non invito mai nessuno a drogarsi o a farsi frate/suora.
Credo sia meglio leggere se stessi e chi ci circonda, leggere gli avvenimenti che ci accadono, leggere gli avvenimenti, leggere le menzogne interessate che ci raccontano i media.
Meglio leggere la vita.
Trovi persone che non hanno studiato o hanno letto pochi libri che hanno intelligenze sorprendenti, perché leggono la vita.
Al contrario mi è capitato di trovare dei perfetti imbecilli, in aggiunta boriosi che credevano di essere chissà chi, avevano più lauree e citavano in continuazione i libri letti.
Anche perché soprattutto riguardo ai fatti storici chi legge un libro presume poi di sapere a verità su quell'avvenimento trattato, ma invece spesso ha solo letto un libro fazioso o con una visione molto soggettiva e parziale dell'accaduto, perciò dopo aver letto quel libro diventa ancor più un insopportabile pallone gonfiato.
Una volta conoscevo un iracheno che studiava ingegneria all'università in Italia, molto intelligente, aveva girato moltissime nazioni e mi diceva che la differenza principale che notava tra gli orientali e noi occidentali è che in occidente tendiamo a vantarci per apparire più furbi e intelligenti di quel che siamo, mentre loro non lo fanno, anzi tendenzialmente cercano di sembrare più stupidi e ottusi di quel che sono, proprio per poter far abbassare le difese verso di loro e nel caso poter fare meglio i propri interessi; mi faceva l'esempio dei ragazzi africani che nel periodo (anni 80) giravano con i borsoni pieni di oggetti da vendere, che sembra non capiscano l'italiano e siano poco svegli dal comportamento che hanno, mentre in realtà molti sono studenti universitari che sanno benissimo parlare più lingue, si atteggiano in quel modo per poter fare meglio i loro affari.
Quello mi ha fatto riflettere e trarre la conclusione che chi si vanta è inevitabilmente uno stupido.