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venerdì 27 gennaio 2017

350 - MODE E TEMPI

Mi piacciono quelli vestiti alla loro maniera, che non cambiano nel tempo.
Come i fighetti primi anni 80 che ancora girano con quei maglioncini in colori  pastello sulle spalle o legati in vita e con il caschetto alla Nino D'Angelo, ormai grigio e spelacchiato.
Oppure c'era uno qui che era conciato come i Cugini di campagna, con una parrucca enorme nera e vestito a fiori, era  rimasto alla moda del periodo degli hippy, così quando è morto mi sono accorto che aveva quasi 80 anni, sembrava sempre uguale, si era fermato nel tempo.
Ce n'era un altro che si considerava un gran figo, aveva sui 50 anni con un taglio di capelli a caschetto tipo Beatles, su una faccia da delinquente e la mascella squadrata, girava con dei completini unici che aveva solo lui, consistenti in calzoni corti e camicia a maniche corte in tessuti fantasia, a fiori o a pois in genere, della camicia lasciava sbottonati i bottoni più in basso così annodava i due lembi, come quando si va a cagare, lasciando la pancia prominente nuda con l'ombelico in vista, ricordava Raffaela Carrà ai tempi del tuca tuca; faceva il bovaro in una stalla come lavoro e alla sera usciva vestito in questa manera, anche in primavera col fresco, convinto di conquistare le donne con la sua personalità originale.
In un bar qui ci sono ancora dei vecchi vestiti da anziani e quando passo davanti rallento per ammirarli meglio, li guardo come fossero delle bestie in via d'estinzione, passano il tempo a giocare a carte, hanno quei pantaloni larghi con due pince per lato, lunghi anche in piena estate, camicia a maniche corte bianca o celeste chiaro, molti hanno quelle scarpe da uomo in pelle intrecciata che sembrano di vimini e non ne vedi in giro in vendita, le farà solo per loro qualche calzolaio che risiede in un'altra dimensione spaziotemporale o forse sono sempre quelle che avevano da giovani e le fanno risuolare; tutti nel bar sono vestiti così, non ce ne è uno con un paio di jeans o una maglietta, sono ammirevoli in questo periodo in cui tutti gli anziani cercano di apparire giovani in ogni modo.
Uno della mia età, anche l'ultima volta che l'ho visto, era vestito con il maglioncino senza maniche infilato dentro i jeans corti alla caviglia, col calzino bianco, come andava ai tempi in cui gli alternativi si mettevano in circolo sulla pista della discoteca quando suonavano Foreign Affair o Moonlight Shadow, le ragazze mettevano le borse in centro del cerchio e poi ballavano al rallentatore, dando come dei lenti calcetti verso il centro del cerchio, con la testa china e la faccia triste.
A me parevano abbastanza dei cretini, ma adesso li ricordo anche loro con nostalgia. In fondo si ribellavano in qualche maniera al sistema che predominava allora, negli anni 80, erano vestiti dimessi e non di marca, i ragazzi avevano i capelli lunghi o con tagli strani, le ragazze avevano i capelli lisci lunghi e non le acconciature cotonate di moda per le ragazze nel periodo, ancor meglio parlandoci si capiva che cercavano, seppure ingenuamente, qualcosa di diverso da quello che veniva imposto dalla moda e dal mercato.
Erano intossicati forte però, spesso ne sveniva qualcuno in discoteca.
Una volta ne è svenuto uno gigantesco con una crostata in testa, aveva i capelli tagliati a scacchi come una torta crostata, con quadrati pelati e i capelli facevano da bordo del quadrato, sarà stato due metri circa e grosso, non riuscivano a trasportarlo fuori i camerieri e il buttafuori, allora in aiuto hanno chiamato me e un altro, che eravamo i due più grossi nelle vicinanze, tutti insieme lo abbiamo sollevato e portato fuori all'aria aperta, mollandolo steso sul marciapiede (allora si usava soccorrerli così).
Si è ripreso.
Poi, non so perché, nei giorni seguenti hanno cominciato a dire in gìro che ero svenuto io in discoteca e mi avevano portato fuori di peso. Se me lo dicevano e spiegavo loro come invece erano andate veramente le cose mi guardavano strano, come se pensassero: "Senti per non fare brutta figura che storie si inventa sto tossico di merda!"
Ricordo anche una moda che c'eravamo inventati nel mio paese sul finire degli anni 70, consisteva nel non fare su il bordo inferiore dei jeans quando si compravano nuovi, ma di lasciarlo andare sotto gli stivaletti, così arrivava circa alla punta e camminando si stracciava la parte che finiva sotto le suole, in questo modo si avevano delle frange che attorniavano lo stivaletto, strisciando sul suolo, eravamo solo in tre o quattro conciati così, era una specie di moda punk autoctona e ci pareva di essere figherrimi. Sono capitato a Venezia, sono andato nei cessi pubblici vicino a Piazzale Roma per pisciare, ma erano esondati e c'erano 5 centimetri di liquame in tutto il locale, perciò io con la mia moda originale camminando nel liquame mi sono imbevuto i jeans di acqua e piscio, fino ad altezza del ginocchio.
Da allora ho abbandonato quella moda.