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sabato 16 aprile 2016

267 - OPINIONEGGIANDO

Un giorno su Facebook ho litigato con musicista barbuto pseudoalternativo, fan dei Joy Division, che parlando di aborto mi diceva la chiesa fa bene a ostacolare la pillola del giorno dopo, così imparano a pensarci prima. Un'altra volta c'era un altro pseudoartista barbuto che con cervellotici sofismi spiegava che non andrà a votare, ma mi sono accorto che non aveva capito niente, neppure per cosa doveva esprimere il parere. Mi chiedo cosa mi ha fatto collegare i due: la barba modaiola, l'artisteggiare o l'usare facebook per defecare pensieri, senza il filtro di un minimo ragionamento logico? 
Mi rispondo: è soprattutto il cagare pensieri senza filtri. 
Quello è il problema principale, aggravato dalla sicumera che hanno acquisito molti credendosi dei gran cervelli, deliziati dai mi piace per le proprie espressioni pseudoartistiche propinate sul web si montano la testa e presumono di essere pozzi di saggezza, perciò si mettono a sentenziare su tutto, dimostrando così di non sapere in realtà una sega. 
Provo nostalgia per le chiacchiere da bar a questo punto, almeno uno rischiava l'incolumità fisica sparando certe stronzate, o come minimo l'emarginazione sociale venendo considerato un vero deficiente, come sarebbe successo ai tipi succitati se fossimo stati tutti al bar che frequentavo prima di riversarci qui sul web a opinioneggiare su tutto.  Uno ci pensava su bene e cercava di informarsi prima di esprimere un'opinione.  Io faccio ancora così, come se fossi ragazzino in un bar frequentato da energumeni della sinistra anni 70, cerco di esprimermi solo quando sono sicuro di quello che dico e tengo conto della valenza sociale che può avere ciò che dico.  Però conservo sempre un'autonomia di pensiero che a quei tempi non c'era, ci litigavo spessissimo con quei tipi di sinistra, troppo ortodossi, persino il partito comunista di allora non mi piaceva, troppo dirigismo dall'alto e troppi cervelli all'ammasso dal basso che ripetevano la linea del partito, senza un minimo pensiero autonomo, era come se fosse una religione.

Pavel Kucinski