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sabato 3 dicembre 2016

346 - Escatologicamente scatologici: le feci come fine ultimo dell'umanità

La cacca rilassa, farla e parlarne, perché rilassa?
In maggior parte l'umanità si vergogna di fare escrementi, agognando a una perfezione divina di bellezza e purezza che non contempla la cacca.
Se si vede una bellissima donna, di quella bellezza assoluta ed eterea, con un corpo armonioso e sensuale, un sorriso e una simpatia che sono un arcobaleno di colori nel grigio della vita, un'intelligenza che abbaglia e affascina, ecco che una simile perfezione diventa una nostra dea, un esempio di una creatura che ha raggiunto quella meta di bellezza, equilibrio e consapevolezza che tutti noi ci poniamo, ma che solo pochi raggiungono e per un periodo molto limitato della vita, prima che gli inevitabili fenomeni dell'invecchiamento deteriorino quella perfezione esteticamente; perciò quando ci appare questa visione il cervello si rifiuta di pensare che abbia anche lei quelle incombenze che riteniamo vergognose e disdicevoli come defecare o urinare, si fatica a immaginarla mentre al mattino si accinge a evacuare.
Non riusciamo nella nostra aspirazione alla bellezza assoluta ad accettare la parte corporale della nostra persona, vogliamo scindere lo spirito dal corpo, così come vogliamo scindere la perfezione di un corpo dal suo funzionamento che ci rende tutti appartenenti al genere animale.
Vogliamo corpi perfetti, che non invecchiano e non defecano.
Questa visione distorce la nostra vita, peggiorandola.
Poiché se invece accettassimo l'idea di essere tutti esseri che nascono, crescono, invecchiano, crepano e lo fanno mangiando, bevendo, defecando, urinando noi tutti vivremo meglio, più pienamente, senza farci troppe menate e masturbazioni mentali, ma invece badando ai valori concreti.
Ci sarebbero meno razzismi e ghettizzazioni, perché uno diverso da noi e lontano dal nostro ideale di bellezza non verrebbe ignorato, emarginato o peggio ancora perseguitato come succede oggi.
Vivrebbero meglio persino i belli, perché anche la donna bellissima di cui facevo l'esempio non vivrebbe nel terrore di perdere quella bellezza e quel carisma per una semplice scorreggiona sfuggita o per qualsiasi altra funzionalità corporale non contemplata nel nostro ideale di bellezza, che ci siamo costruiti artificialmente; inoltre avanzando con gli anni non ricorrerà a cure estetiche chirurgiche per modificare il suo aspetto, per inseguire quell'immagine di bellezza fugace che aveva raggiunto in gioventù, diventando così la caricatura di ciò che era, ridicolizzandosi.
Solo accettandoci ci salveremo in questa vita, persino i più belli se accettano di invecchiare acquisiscono un fascino maggiore di quelli che non lo accettano ricorrendo alle maschere chirurgiche.
Persino gli animali starebbero meglio, nella nostra folle ricerca della bellezza assoluta coinvolgiamo anche loro e quando il bel cucciolo comincia a defecare ecco che comincia ad avvicinarsi il suo abbandono, perché non è più quell'immagine perfetta che ci eravamo fatti.
Per questo quando si parla di cacca ci si rilassa, si ride di quello che siamo, cagatori che vorrebbero essere statue perfette, ferme nel tempo.
L'escatologia dell'umanità, il fine ultimo e assoluto della nostra esistenza, potrebbe paradossalmente essere proprio ciò che riteniamo più lontano e vergognoso: l'accettare la defecazione (sperando che qualcuno non si metta con un'accetta a fare a pezzi le sue feci).
Accettando il fatto che siamo anche dei gran defecatori possiamo vivere tutti più consapevolmente e pienamente questa vita; persino in un eventuale escatologico al di là si potranno avere migliori chances, grazie all'aiuto della scatologia durante l'esistenza.