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venerdì 21 aprile 2017

358 - I FIGHI

Voglio spezzare una lancia in favore dei tipi fighi.
In un'intervista a Ian McCulloch cantante degli Echo & the Bunnymen gli dissero che era fortunato a essere considerato un figo, lui si arrabbiò e rispose che essere fighi è un durissimo lavoro, che ti impegna tutta la giornata, non è una cosa facille o una fortuna che capita.
Sono d'accordo con lui, è un lavoro durissimo essere fighi, io per un breve periodo da ragazzino ho provato a esserlo, ma poi ho mollato, stravolto dalla fatica.
Devi essere sempre in tiro, 24 ore al giorno, 7 giorni su 7.
Controllare anche il minimo pelo fuori posto, ogni gesto, ogni parola.
Al mattino devi alzarti prima degli altri e prepararti in modo da essere impeccabile, poi non devi mai e poi mai vestirti come il giorno prima, devi cambiare sempre, stupire affascinando, attirare l'attenzione senza esagerare, in un difficile equilibrio, altrimenti non sei un figo.
Non è solo bellezza, si tratta di una forma d'arte, che va oltre l'estetica perché la bellezza da sola dice poco o niente, mentre l'essere fighi è fare surf sull'onda dell'attualità, bisogna seguire tendenze, cultura e arte contemporanea per assimilare il momento storico, introiettandolo, sviluppandolo in un proprio stile, che deve essere unico, mai banale.
Quindi, sapendo quanto duro sia esserlo, se vedo una ragazza fighissima la stimo a prescindere, per rispetto a tutto il lavoro che c'è dietro. Non è neppure detto che una così sia una superficiale, capace di parlare solo di tendenze modaiole, mi è capitato di parlare con ragazze fighissime molto intelligenti, profonde, sensibili e soprattutto che neanche se la tiravano, anche se poteva sembrare così, era solo un atteggiamento di difesa quell'apparenza.
Nei fatti, il luogo comune della bella svampita e della brutta intelligente, è una diceria messa in giro dalle bruttarelle, per accalappiare qualche cazzo in più con questa leggenda.
Invece, almeno a me, è capitato più spesso di trovare quella brutta che è pure scimunita piuttosto di quella bella che è una svampita. Che poi i brutti, sporchi, trasandati, veri cessi che non si lavano neanche il culo e i denti vorrebbero andare insieme ai belli, ma vengono giustamente da questi respinti e allora dicono che i belli sono stronzi, che se la tirano, persino che sono razzisti.
Però loro che sono brutti e dicono di non tirarsela non ci provano con le brutte, loro simili, non lo fanno mai, vogliono le belle, perciò i veri ipocriti e razzisti sono loro, sono razzisti con se stessi e lo negano. Così come fanno anche gli artisti o intellettuali contestatori del sistema basato sull'immagine, ma che poi nella quasi totalità cercano di accoppiarsi con la bellona, magari giustificandosi con delle assurde paraculate, veramente imbarazzanti.
Perciò al di là dei luoghi comuni, dei buonismi e dei ragionamenti preconfezionati, una bella, che è un'onesta lavoratrice per esserlo e che non se la tira, merita tutto il rispetto possibile.

Danielle Dax