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martedì 31 dicembre 2013

211 - Pensieri: poesia e letteratura

La poesia avrebbe un potenziale enorme, invece il mercato lo creano i depressi e le represse.

Tutti quelli che ascoltano rap cercano poesia, quelli che si scambiano aforismi cercano poesia.

La poesia è l'arte più moderna che ci sia, un breve concentrato di parole significative, solo che in giro trovi quasi solo egocentrici deliri.

Le poesie in fb sono quasi tutte vomitate di parole senza senso, per darsi un tono e sentirsi protagonisti per un attimo.

A me le poesie non vengono a comando, devono crescere dentro come un pensiero profondo e/o una consistente cagata liberatoria.

Mi dà da pensare il fatto che vedi certi grandi poeti che in vita loro hanno scritto poche poesie, si possono raccogliere tutte su un libro; ora invece c'è un consumismo che spinge a produrne sempre di nuove, come a esempio quando uno ha finito un libro ( o un film, o un disco ) la domanda che gli fanno è: "Quando uscirà il prossimo?"
"Manco hai letto questo e già vuoi il prossimo!" Risponderei.

Mi hanno sempre stupito quelli che leggono molti libri però conoscendoli ti rendi conto che non capiscono niente; ma poi ho compreso che chi legge quasi sempre è per astrarsi dalla realtà, perciò è un leggere ottuso, simile al guardare la televisione per distrarsi, non a caso vengono privilegiati nelle vendite i personaggi seriali che danno una familiarità nella realtà parallela che il lettore medio/mediocre si crea.

Per far passare la malinconia per le librerie che chiudono basta guardare la classifica dei libri più venduti in Italia.

Dovrebbero proibire per legge di scrivere le poesie sui social e di parlarne a chi ha letto le ultime sui banchi di scuola. Vedo molti che sono rimasti al Leopardi, già il primo Ungaretti è troppo avanti.